Circolare informativa n.22/23
- Altre immagini
- Circolare n.22/23
Oggetto: Corte di Cassazione - l’assetto organizzativo negligente dell’impresa può portare a condanna per responsabilità 231
Ogni fattore di rischio nasce dai processi organizzativi e dalla loro gestione. Una razionalizzazione dei processi e delle attività aziendali innesca di per sé processi virtuosi che portano ad abbattere il rischio. È questa la logica del D.lgs. 231/2001 che prescrive la prevenzione della commissione di reati all’interno della società attraverso l’adozione di Modelli Organizzativi, di Gestione e Controllo.
Sul tema, la Corte di Cassazione Penale, con sentenza dell’11 gennaio 2023, n. 570, afferma un’importante principio giurisprudenziale:
“La ricorrenza di tali carenze organizzative, in quanto atte a determinare le condizioni di verificazione del reato presupposto, giustifica il rimprovero e l'imputazione dell'illecito al soggetto collettivo” (cioè alla società).
Per “carenze organizzative” la Corte intende un preciso assetto organizzativo negligente dell’impresa, un modo di essere colposo che si traduce nella mancata adozione di strumenti organizzativi e gestionali necessari a prevenire la commissione dei reati presupposto previsti dal D.lgs. 231/2001.
Secondo la ricostruzione dei criteri di imputazione operata dalla Corte di Cassazione, la responsabilità 231 della società sorge in presenza delle seguenti condizioni:
- Tra l’autore del reato e la società deve sussistere un rapporto di “funzione” (ovvero di collaborazione lavorativa); in altre parole l’autore del reato deve risultare inserito nell’organizzazione dell’ente in una posizione apicale o subordinata;
- La commissione del reato presupposto è funzionale ad un interesse o vantaggio dell’ente;
- Deve sussistere una concreta colpa in organizzazione, che si traduce nel non avere predisposto accorgimenti preventivi idonei ad evitare la commissione dei reati (mancata adozione di idonei Modelli Organizzativi effettivamente attuati e vigilati).
La Corte sottolinea la necessità di un’attenta verifica della sussistenza in concreto delle carenze organizzative, senza confondere il requisito della colpa di organizzazione dell’ente con quello della colpevolezza della persona che ha commesso il reato. La colpa di organizzazione è propria dell’ente e costituisce il presupposto che ha consentito al soggetto (persona fisica autore del reato) di commettere il reato.
In quest’ottica, l'adozione e l'implementazione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo 231 è determinante per dimostrare la diligenza da parte della società nella prevenzione dei reati.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all’ufficio Gestione 231 Dott.ssa Ghet Gabriela, cell. 328.7116374, 0434 247632, mail gestione231@applika.net
Alleghiamo alla circolare la nostra brochure informativa sui Modelli 231, dove si evidenziano anche i vantaggi dell’adozione del MOGC 231. Clicca qui per aprire la brochure.